Stiamo vivendo dei tempi sicuramente confusi e incerti da alcuni mesi a questa parte e ci sono dubbi su molte cose. Un dubbio che sicuramente attanaglia tutti i lavoratori è: ma i buoni pasto mi spettano in regime di smart working?
Buoni pasto, il benefit più amato
Sul fatto che i buoni pasto siano uno dei benefit più amati dai dipendenti non ci sono dubbi. Infatti che siano elettronici o cartacei permettono ai dipendenti sia di consumare dei pasti in locali convenzionati durante la pausa pranzo, sia di usufruirne per fare la spesa e quindi risparmiare sostanzialmente sulle spese legate al cibo. Grazie alla loro defiscalizzazione garantiscono un beneficio per tutti coloro che ne possono usufruire: dai lavoratori dipendenti ai liberi professionisti e dai contratti full time a quelli part time. E i lavoratori in smart working?
Smart working e buoni pasto
Il grande dubbio resta quindi: i buoni pasto spettano ai lavoratori in smart working? Per dare una risposta certa a questo quesito è intervenuta addirittura la corte di cassazione che sostiene che il buono pasto non è un elemento che fa parte della retribuzione, né un trattamento obbligatorio legato alla prestazione di lavoro in quanto tale e, quindi, non dovuto in automatico. Quindi possiamo dire che i buoni pasto non spettano in automatico ai lavoratori in smart working. Chiaramente se il datore di lavoro volesse supportare i propri dipendenti potrebbe decidere di erogarli. I buoni pasto infatti non solo possono essere usati nei locali convenzionati, ma anche per fare la spesa cumulandoli (massimo 8 per scontrino) fino a raggiungere un valore massimo di 64€. In questo modo l’azienda aumenta il potere d’acquisto dei propri dipendenti avendo anche il vantaggio economico della defiscalizzazione, quindi risparmiando.