Dotare i propri dipendenti o collaboratori di buoni pasto è probabilmente uno dei migliori propositi per l’inizio del 2023. Se è la prima volta che si acquista questo strumento di welfare, ecco una piccola guida per orientarsi nel vasto mercato di fornitori
I buoni pasto sono sempre più richiesti dai lavoratori, soprattutto in tempo di inflazione sui beni alimentari. Fare la spesa è divenuto molto più costoso e i buoni pasto possono in parte ridurre l’esborso mensile delle famiglie. Questa è la ragione per cui i buoni pasto sono diventati, mese dopo mese, uno strumento di welfare sempre più irrinunciabile. A fronte di un costo contenuto per il datore di lavoro, che è inoltre deducibile al 100%, è possibile aumentare la soddisfazione dei propri dipendenti. Ma non solo: offrendo questo tipo di agevolazione si guadagneranno punti rispetto ai competitors sul mercato del lavoro.
Con l’approvazione della Manovra di Bilancio 2023 i buoni pasto potrebbero essere ancora più convenienti. È infatti stato proposto un emendamento che, se accettato, alzerebbe a ben 10 euro il limite di esenzione fiscale per questo importantissimo strumento di welfare nella sua forma elettronica.
Ma quali sono i passaggi tramite i quali il datore di lavoro acquista buoni pasto? E, soprattutto, come fare a individuare il fornitore più conveniente e affidabile? Scopriamolo insieme.
Buoni pasto elettronici: tutto parte dalla consulenza
Il costo è un fattore determinante, questo è innegabile. Tuttavia, la vera convenienza è nella praticità d’utilizzo e nell’assistenza pre o post vendita. Questa è la ragione per cui l’assistenza clienti e il supporto ricevuto prima e dopo la vendita sono una discriminante importantissima.
Un bravo consulente saprà analizzare correttamente le necessità dell’azienda e proporre il prodotto più idoneo. Di conseguenza il fornitore ideale saprà, a monte, comprendere la richiesta formulata e offrire la giusta soluzione. Fondamentale anche lo schema di fornitura: ogni passaggio dovrebbe essere chiaro e l’erogazione di card e buoni non dovrebbe mai essere fermata da intoppi di tipo amministrativo. In questo caso, dunque, l’assistenza clienti è davvero il biglietto da visita del fornitore di buoni pasto.
Rete di esercizi convenzionati: è importante verificare la sua estensione
Ogni fornitore porta in dote una rete di esercizi commerciali convenzionati. Questi sono, in genere, bar, tavole calde, ristoranti, supermercati, mercati comunali, minimarket di quartiere. Prima di acquistare dei buoni pasto l’azienda dovrebbe verificare quali sono i locali convenzionati nei pressi della sede di lavoro. Se c’è una buona copertura e possibilità di scelta si offrirà un vantaggio strategico ai propri dipendenti; in caso contrario si rischia di rendere i buoni pasto poco fruibili.
È bene poi accertarsi che i negozi convenzionati possano offrire pasti per ogni necessità (cibi senza glutine, vegetariani) e non pongano limitazioni troppo stringenti all’uso dei buoni (limite di spesa, esclusione di determinate categorie merceologiche). Tutti questi parametri sono consultabili di norma dall’app del fornitore, che – ovviamente – dovrebbe essere ben curata in ogni dettaglio.